PRESENTAZIONE DELLA LISTA E DEL PROGRAMMA DEL PARTITO COMUNISTA (PC)
[Discorso del candidato sindaco Alessandro Pascale
tenuto a Milano, in viale Rimembranze di Lambrate, il 5 settembre 2021.
Il video è disponibile su Youtube]
Compagne e compagni,
oggi siamo qui per presentare alla cittadinanza di Milano la nostra proposta politica. È un grande risultato, non scontato, che è stato possibile grazie agli sforzi delle compagne e dei compagni che fatto parte attivamente di questo Partito, siano essi pienamente iscritti o semplici simpatizzanti. Abbiamo realizzato una splendida lista, composta da lavoratrici e lavoratori, operai, disoccupati, intellettuali, pensionati ma anche molti giovani, studenti e precari: un terzo dei candidati ha meno di 40 anni, un dato importante che ci consente di guardare al futuro con ottimismo. Abbiamo una visione chiara e concreta di quali siano i problemi della società in cui viviamo, e sappiamo quali ricette occorrano. Siamo insomma una forza politica solida, il più organizzato, serio e coerente partito rivoluzionario e di classe che si oppone al regime capitalista, capitanato oggi nel nostro paese dal banchiere Mario Draghi.
Abbiamo come capolista Carlo Formenti, uno dei più importanti intellettuali italiani viventi, tra i pochi che si schierano contro il regime attuale, mentre la grande maggioranza si è venduta ai padroni per una manciata di spiccioli. È anche grazie a lui e al contributo attivo di tutta questa splendida comunità di partito che abbiamo costruito un solido programma per Milano. Mentre le altre forze politiche chiacchierano sul nulla e ingannano il popolo con false promesse, noi siamo gli unici ad aver messo pubblicamente, nero su bianco e con mesi di anticipo, un’analisi territoriale scientifica, ricca di dati e proposte concrete che si possono realizzare dal giorno successivo alle elezioni. Crediamo nella tecnologia e nella scienza, ma siamo lontani dall’accettare l’idea della tecnocrazia, che pretende di essere neutrale e di fare gli interessi di tutti.
La nostra analisi si è concentrata su 9 questioni fondamentali e offre una soluzione anzitutto al popolo che soffre, al proletariato, a chi lavora tutto il giorno e fatica ad arrivare a fine mese. Siamo stati gli unici a mettere al centro del nostro discorso la classe lavoratrice, per costruire una reale democrazia che parta dai luoghi di lavoro: la democrazia necessita di un’espansione del settore pubblico e di un profondo rinnovamento delle aziende pubbliche, che oggi funzionano seguendo logiche capitalistiche. Noi proponiamo che i lavoratori partecipino da protagonisti alla gestione delle aziende pubbliche. Questa è la strada che secondo noi conduce al socialismo. Proponiamo inoltre una serie straordinaria di incentivi fiscali e razionalizzazioni burocratiche per aiutare le piccole e medie imprese private che vogliono uscire dalla crisi migliorando le condizioni dei propri lavoratori, secondo la logica per cui possiamo lavorare meno, lavorare tutti, vivere meglio. Questa è la proposta di alleanza sociale che facciamo ai commercianti e alle imprese che soffrono per la concorrenza devastante delle multinazionali, che distruggono la nostra economia senza pagare mezza tassa.
Questi temi valgono in ogni città, ma Milano ha delle particolarità che la distinguono. Che cos’è Milano infatti se non la capitale del capitalismo italiano? Una città in cui comandano ristrette élite economiche e politiche che si identificano con gli interessi delle mafie. Noi siamo stati gli unici a fare un ragionamento organico che collega la proliferazione delle cosche mafiose alle speculazioni immobiliari con cui si è svenduto il nostro territorio. Speculazioni immobiliari che hanno cementificato una città in cui avere una casa è diventato un lusso, tra affitti e mutui esorbitanti. Milano è una città in cui i ricchi possono godersi quartieri come City Life o strutture come il bosco verticale, mentre i poveri devono annaspare nel degrado delle periferie, tra grattacieli nuovi che vanno a fuoco, oppure sono costretti a trasferirsi nell’hinterland, fuori Milano, perdendo così il diritto politico di scegliersi i propri rappresentanti della città metropolitana. Milano è una città dove un intero quartiere del centro è stato svenduto ad emirati arabi, che al pari dei talebani non hanno nessun rispetto dei diritti dell’uomo e della donna, ma la cui amicizia e fedeltà all’Occidente è ben gradita dal partito unico liberale che ci governa.
Oltre a provocare una gravissima crisi sociale, queste speculazioni edilizie, che andranno avanti con gli affari degli scali ferroviari, hanno indebolito il nostro ecosistema, con conseguenze gravissime per la nostra salute. Negli ultimi decenni le amministrazioni nazionali e locali, di centro-destra e di centro-sinistra, hanno tagliato decine di miliardi di euro alla sanità pubblica. Ben prima del COVID, nel silenzio generale, i proletari a Milano si sono ammalati e sono morti a decine di migliaia ogni anno, perché respirano un’aria di merda, perché non c’è abbastanza verde, perché nessun politico al governo ha voluto seriamente affrontare e risolvere la questione. Sono stati tutti troppo impegnati a evitare di danneggiare gli interessi dei ricchi che li sostengono.
La soluzione a questi problemi è quella di pianificare grandi investimenti per un intervento pubblico che ponga fine alle speculazioni edilizie, avviando una grande campagna di riqualificazione del territorio e del trasporto pubblico, perché le prime cause di inquinamento, e quindi di peggioramento della salute dei cittadini, sono le case costruite male e una mobilità individuale non più sostenibile. Per questo riteniamo che occorra ristrutturare il piano urbanistico e viario della città, potenziando la mobilità pubblica e disciplinando con un’unica azienda pubblica i servizi di bike e car sharing. Per questo abbiamo concepito un “Piano sostenibile per la casa”, che consiste di 4 punti:
1) Terminare di ristrutturare e assegnare entro il 2023 tutte le 15 mila case popolari tuttora vuote o occupate abusivamente.
2) Avviare un censimento di tutto il patrimonio immobiliare per colpire i palazzinari e calmierare gli affitti, garantendo il diritto alla casa a tutti.
3) Progettare la ristrutturazione degli stabili esistenti, sottraendo il mercato edilizio ai privati e assegnando i lavori ad un’unica azienda pubblica in cui ricollocare tutti gli operai attualmente al servizio di aziende private.
4) Ridurre l’inquinamento facendo anticipare al Comune l’80% delle spese necessarie per accedere al bonus ristrutturazioni per la casa, favorendo così le famiglie più povere.
Molto altro ci sarebbe da dire sulla necessità di sviluppare i servizi culturali e quelli sociali, con un’attenzione particolare per le donne ancora oppresse dalla schiavitù domestica e dalla precarietà lavorativa. Abbiamo detto tutto quello che potremmo fare nel nostro Programma, che invito a leggere con attenzione e a diffondere, perché i media non lo faranno. Leggendolo, scoprirete che abbiamo detto anche quello che vorremmo fare ma che non potremo fare finché non saremo riusciti a liberare questo paese dal regime capitalista attuale. Un regime che ha assunto la forma di un moderno totalitarismo, apparentemente democratico e “liberale”, ma in realtà profondamente tecnocratico e oppressivo. In tutto l’Occidente chi comanda davvero sono poche migliaia di persone, principalmente le élite industriali e finanziarie, che attraverso l’Unione Europea, la NATO e la compiacenza della grande borghesia nostrana, determinano la nostra esistenza in ogni suo dettaglio.
La fase storica che stiamo vivendo, caratterizzata da uno stato di emergenza permanente, è l’ennesima dimostrazione di quanto sosteniamo. La borghesia gode del controllo pressoché totalitario dell’informazione e spende miliardi per imporci la propria visione del mondo. Cerca di convincerci del fatto che sia giusto esportare con la guerra la democrazia e i diritti umani, e ci inganna sistematicamente sui paesi che rifiutano di inchinarsi ai suoi interessi. Gli squilibri della globalizzazione liberista, con cui viene saccheggiata la maggioranza dell’umanità, danno luogo a epocali e strutturali processi migratori, che vengono favoriti dalle nostre élite: persone come Letta o Saviano esaltano l’immigrazione di massa, presentandola come un diritto degli oppressi, ma la realtà è che l’immigrazione serve a creare una concorrenza al ribasso tra i lavoratori, che non riescono a riconoscere che il vero nemico è il grande Capitale. Non ci riescono perché noi siamo troppo deboli, e perché sono ingannati da sistematiche campagne razziste, xenofobe e nazionaliste, di cui Salvini e la Meloni sono oggi i principali responsabili.
Tutti ci dicono che viviamo in democrazia, che siamo liberi. È falso, ma i più ci credono. Ciò avviene perché viene condotta una propaganda scientifica, sistematica, che comprende il sistema scolastico e culturale, ad ogni livello, compresi l’accademia, il mercato editoriale, cinematografico, musicale, artistico. Le religioni, vecchie e nuove, sono sempre state strumenti di controllo sociale, e continuano ad esserlo anche oggi, come mostra il caso dell’ISIS, una forma di terrorismo islamico appoggiato e sostenuto dagli Stati Uniti. Il calcio, i videogiochi, Netflix, l’ideologia consumistica, i social network, google e tanto altro… tutto quel che ci viene esaltato e presentato come l’essenza della civiltà occidentale, di fatto altro non è che un enorme ingranaggio con cui le classi dominanti hanno attuato il più avanzato e sistematico controllo sociale di massa, senza che le masse stesse se ne siano accorte… o addirittura con il sostegno di una parte di esse, soprattutto quelle più benestanti, che hanno capito e deciso per opportunismo di essere complici del sistema.
Negli ultimi decenni è stata condotta una lotta di classe senza precedenti con cui è stato colonizzato l’immaginario collettivo all’insegna del pensiero unico capitalistico. È stata riscritta politicamente la Storia; ci hanno parlato del fallimento del comunismo, che è stato equiparato al nazismo dai politicanti del Parlamento Europeo. Noi sappiamo che sono proprio i liberali ad essere i più simili ai nazisti. Sono solo più furbi, più prudenti… ma il loro classismo imperialista e razzista è lo stesso. Molti vorrebbero metterci fuori legge, perché sanno che siamo gli unici a dire le cose come stanno. E anche perché il loro sistema è entrato negli ultimi anni in profonda crisi a causa dell’ascesa della Cina, un paese guidato dal Partito Comunista, che in pochi decenni ha eliminato completamente la povertà. Nessuno dei suoi 1400 milioni di abitanti è povero… Oggi gli stipendi medi in Cina sono pari a quelli dei portoghesi, presto saranno pari a quelli italiani, con la differenza che da noi le condizioni dei lavoratori peggiorano e lì migliorano ogni anno che passa… La Cina promette di migliorare ulteriormente le condizioni di vita dei suoi cittadini costruendo il socialismo entro pochi decenni, con uno sviluppo pacifico e graduale. La Cina è l’esempio vivente che un’altra società non è solo possibile, ma è anche vincente. La Cina è la dimostrazione che solo i comunisti hanno le ricette per uscire dal pantano in cui ci ritroviamo in Occidente, Milano compresa.
Le élite borghesi questo lo sanno, ed è per questo che stanno utilizzando questa pandemia per rafforzare un controllo militare sulla popolazione e per ristrutturare in profondità l’economia e la società secondo le proprie esigenze. Questo sistema è intrinsecamente dittatoriale e autoritario. Il popolo deve capire che ai governanti borghesi non importa nulla della sua salute. A loro interessa solo tutelare i profitti delle minoranze oligarchiche che li mantengono in sella. È per questo che la soluzione ai problemi di tutti noi non passerà dall’obbligo vaccinale o dal green pass, ma dalla nostra capacità di porre termine al dominio di questa cricca che ci governa.
Compagne e compagni,
il cammino che ci aspetta è lungo e tortuoso, ma sappiamo anche che non ci sono alternative alla necessità di una profonda rivoluzione sociale e politica che spazzi via tutto il marciume che ci circonda. Non saranno i grandi politici che vanno in televisione a risolvere i problemi di questo paese. Non saranno Sala o Bernardo a risolvere i problemi di questa città. Solo la Rivoluzione salverà il popolo che soffre. Solo il popolo può fare la Rivoluzione, se è adeguatamente organizzato. Noi siamo il partito della Rivoluzione e ci mettiamo al servizio del popolo.
Questo è il nostro appello alla cittadinanza, alla classe lavoratrice, al popolo di Milano:
Anche a Milano serve la Rivoluzione.
Le destre reazionarie e le finte sinistre hanno distrutto questo paese.
Contro il regime capitalista, per costruire il vero cambiamento, scegliete il partito comunista.
Alessandro Pascale
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