DUE INTERVENTI A CONFCOMMERCIO
[Nell’unico confronto tra tutti i candidati sindaco di Milano abbiamo avuto a disposizione 2 interventi da 3 minuti per presentare la nostra visione su Milano e per esprimerci sul programma formulato da Confcommercio. Di seguito i miei due interventi. Il video è disponibile su Youtube]
Primo intervento:
Buongiorno a tutti e grazie dell’invito. Mi chiamo Alessandro Pascale, ho 36 anni e sono un docente di storia e filosofia. Sono nato e cresciuto in un’Italia in cui le ricette economiche e le strategie neoliberiste hanno impoverito e peggiorato le condizioni di vita e di lavoro della maggior parte della popolazione. Studiando e lavorando ho capito che il capitalismo si fonda sulla distruzione, sul profitto ad ogni costo, sul nichilismo, sull’alienazione di massa. Il capitalismo struttura un regime in cui comandano politicamente ed economicamente in pochi, con conseguenze disastrose.
Ricordiamo tutti lo slogan “Milano non si ferma” di inizio 2020 e le conseguenze che ha avuto tentennare per mesi su un serio lockdown: 3 milioni di lombardi in movimento ogni giorno per lavori “essenziali” hanno reso impossibile debellare l’epidemia covid…
Mentre molte vostre aziende hanno subito restrizioni spesso irrazionali, o sono state costrette a chiudere, l’Italia ha incrementato il proprio surplus commerciale con l’estero, passando dai 56 miliardi di euro del 2019 ai 63 miliardi del 2020. Ci ha guadagnato tutto la grande industria, sulla pelle di migliaia di lavoratori e anche a discapito delle piccole e medie aziende. La crisi insomma non è per tutti e la lotta di classe è viva, sia tra gli imprenditori, sia tra imprenditori e lavoratori, come mostrano le miriadi di crisi industriali e i licenziamenti in aumento negli ultimi mesi. È evidente che non si può andare avanti così e serve un cambio di sistema.
La realtà del nostro tempo mostra il fallimento del sistema neoliberista.
L’ascesa ai vertici mondiali della Cina, al contrario, conferma il successo di un sistema in cui la politica comanda sull’economia, e non viceversa. Mostra anche che un Partito Comunista può governare e pianificare uno sviluppo armonioso con l’intera società. Noi abbiamo imparato dagli errori del passato. Nè la giunta Sala, né i governi che si sono succeduti negli ultimi decenni possono dire lo stesso.
L’Italia è un Paese che dispone di tutto il necessario per costruire un nuovo sistema economico-sociale in cui le persone vengano prima dei profitti: un sistema socialista.
Si potrebbe lavorare tutti, lavorare meno e vivere meglio.
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, sta scritto all’articolo 1 della nostra Costituzione. Per applicarlo serve una rivoluzione. È per questo che siamo un partito rivoluzionario, che si rivolge a tutto il mondo del Lavoro per proporre un sistema economico più conveniente e razionale: ci rivolgiamo quindi anche agli imprenditori che non hanno dimenticato la lezione di Olivetti, di Mattei, e che soffrono nel vedere questo paese svenduto.
Invitiamo tutto il mondo del Lavoro ad unirsi a noi contro i principali nemici che mettono a rischio la nostra economia e con essa il tessuto sociale del paese.
Noi dichiariamo guerra:
1) alle mafie, che controllano ormai gran parte del mercato edilizio;
2) alle 4600 multinazionali che agiscono su Milano senza pagare tasse;
3) a questo ceto politico (destre varie e finte sinistre) corrotto e inefficiente, che ci ha svenduto agli interessi degli Stati Uniti, della NATO, dell’Unione Europea e che oggi ci governa in senso sempre più autoritario.
Secondo intervento:
Ho letto con attenzione il vostro programma e vi ho trovato spunti interessanti e condivisibili:
-le proposte di rafforzare i servizi di assistenza primaria e di semplificare pratiche fiscali burocratiche;
-la richiesta di intervenire sulla formazione culturale e professionale dei giovani, oltre che dei lavoratori stranieri;
-l’attenzione alla ricerca tecnologica, all’università, al turismo e all’attrattività di Milano;
-la necessità di investire sulle infrastrutture a partire dalle periferie.
Sullo smart working: ogni decisione va presa nella collaborazione e nel dialogo con i lavoratori, nella consapevolezza che per quasi tutti lavorare da casa, per quanto possa essere più gestibile, è anche fonte di inediti problemi di spazio, di organizzazione, di risorse e anche di stress psicologico su cui bisogna fare molta attenzione.
C’è però un grosso problema nel vostro programma: voi vedete nei 4,7 miliardi di euro previsti dall’Europa per Milano un’opportunità. Quei soldi sono invece una trappola che pagheremo tutti caro, con grossi interessi. Stiamo indebitando ulteriormente le future generazioni affidando enormi capitali ad interessi oligarchici occulti, durante uno stato di emergenza permanente guidato da un governo installato dalle élite finanziarie europee, di cui Draghi fa apertamente gli interessi senza rendere conto al popolo Italiano.
Ricordiamo alcuni dati:
-Milano è il Comune più indebitato d’Italia… 3,5 miliardi di euro, su cui paghiamo 300 milioni di interessi finanziari l’anno.
-l’Italia ha un debito pubblico di circa 2 mila 600 miliardi di euro, su cui il popolo ha già pagato, negli ultimi 40 anni, quasi 4 mila miliardi di interessi. Ci ha guadagnato una piccola quota di investitori, la metà dei quali di nazionalità straniera.
-nel frattempo abbiamo perso il 25% del tessuto industriale e abbiamo il 25% di disoccupazione reale.
Questa Europa delle banche non è fatta né per voi, né per i vostri dipendenti. Chi pensa di guadagnarci è un illuso: ignora la Storia o ha interessi incoffessati. Sappiamo bene quei soldi se li mangeranno quasi tutti le borghesie mafiose.
Per fermare il grande saccheggio di Milano e dell’Italia intera e costruire un qualsiasi programma sociale, bisogna conquistare la sovranità nazionale e popolare.
Noi usciremmo dalla crisi regolamentando il caos dell’anarchia produttiva capitalistica e sviluppando gli enti pubblici. La nostra proposta essenziale è che in tutti i settori fondamentali, si costruiscano aziende pubbliche i cui consigli di amministrazione siano eletti al 50% dal Consiglio Comunale, l’altro 50% dai lavoratori stessi. Proponiamo alle aziende private di lavorare “con il pubblico” o “per il pubblico”, con condizioni chiare, con stretti vincoli antimafia, senza favoritismi e nepotismi e sotto un costante e serio controllo degli organismi preposti. Alle aziende private in crisi che ci chiederanno aiuto, offriremo sostegno con incentivi fiscali ed aiuti finanziari, intervenendo con partecipazioni pubbliche e chiedendo il rispetto di criteri di sostenibilità sociale e ambientale. Abbiamo fissato questi criteri minimi nel nostro Programma, che vi invito a leggere sul nostro sito web partitocomunistalombardia.com.
Chiudo con una provocazione: chi vuole tentare la fortuna individualmente nuotando nel pantano attuale, può sostenere le élite corrotte rappresentate da Sala o Bernardo, due facce della stessa medaglia. [tagliato per aver sforato il tempo: Chi vuole costruire una Milano inclusiva, verde, solidale, tecnologica, comunitaria e giusta, può scegliere e votare il Partito Comunista. Grazie]
Alessandro Pascale per il Partito Comunista
STORIA DEL COMUNISMO
Storia del Comunismo. Le lotte di classe nell’era del socialismo (1917-2017).
Un secolo di storia contemporanea riletto in 4 tomi con la metodologia del materialismo storico. A cura di Alessandro Pascale, storico e insegnante.
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