LA STORIA SCONOSCIUTA DEL ‘900
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Per il sottoscritto c’è sempre un grande imbarazzo nel dover organizzare la programmazione didattica di storia per le classi del quinto anno. La ragione di questo imbarazzo sta nella profonda discrepanza tra quello che è ormai il senso comune riguardante le vicende e i protagonisti del ‘900, e quella che è invece la realtà effettiva riscontrabile nelle più avanzate opere di storiografia fino ad ora realizzate.
Il fatto che le élite politico-culturali del nostro paese, in quanto semi-colonia statunitense – o alleato subalterno di tale imperialismo se si preferisce, le due cose non sono in contraddizione – abbiano partecipato attivamente al processo di santificazione del nuovo ordine mondiale liberal-liberista, a seguito della caduta del blocco comunista orientale e degli stessi movimenti comunisti occidentali, ha portato ad allargarsi il fossato tra la narrazione storica “ufficiale”, avallata ormai perfino da votazioni politiche del Parlamento europeo, e la memoria dimenticata di fatti rimasti confinati in libri ormai fuori commercio, per lo più introvabili o invisibili per i media, secondo le moderne leggi censorie del “libero” mercato.
Il fatto di aver potuto approfondire personalmente con grande attenzione la storia contemporanea, per la quale mi sono specializzato all’università, lavorandoci anche negli anni successivi per ragioni personali e politiche attraverso l’analisi di opere sconosciute ai più (purtroppo anche agli autori di vari e rinomati manuali scolastici), mi ha consentito di avere consapevolezza della discrepanza oggi esistente tra realtà e finzione narrativa.
Il riuscire però a trasmettere questa consapevolezza, senza apparire faziosi, ideologici o folli, è però oggi impresa impervia, perché è per molti inconcepibile che si sia potuta costruire e affermare una differenza tanto forte tra il reale e l’ideale, tra l’ostinata realtà dei fatti e ciò che è entrato nella testa delle persone. In altra sede ho svolto ragionamenti e tratto conclusioni politiche su questa operazione orwelliana di riscrittura della storia che si è stratificata per varie ragioni nel tempo, riuscendo ad egemonizzare perfino docenti di tendenza progressista e marxista.
Per superare questi imbarazzi cerco sempre, ogni anno scolastico, di affiancare le interpretazioni dei manuali scolastici più blasonati (tendenti ad un’impostazione ormai in linea con le direttive ministeriali ed europee) con la presentazione di altri punti di vista, partendo dalla metodologia critica delle scienze sociali figlia del metodo weberiano e degli apporti teorici e pratici costituiti dalla Nouvelle histoire lanciata nel 1929 dalla rivista Les Annales.
Si possono e si devono fare tante critiche al modello della didattica per competenze che tende ormai a trattare le lezioni frontali come un relitto del passato, ma ho constatato eimpiricamente che il modo migliore di far comprendere agli studenti la grande truffa in atto nell’insegnamento della storia è di obbligarli al confronto critico tra la manualistica e alcune delle opere di maggiore spessore che hanno contribuito a eliminare quella cortina di fumo su cui giocano molti scribacchini da quattro soldi.
Quelli che seguono sono così alcuni (i più completi e meritevoli) dei saggi critici realizzati dagli studenti della 5°N del liceo classico Parini di Milano durante l’anno scolastico 2020-21. A livello didattico la scelta è stata quella di mettere a disposizione degli studenti una lista di opere tra cui scegliere, lavorandoci preferibilmente in gruppo, data la mole di lavoro in alcuni casi notevole. Un lavoro di gruppo così strutturato favorisce il lavoro cooperativo, abituando a lavorare collettivamente in un confronto critico costante. Sulla base della lettura scelta, occorreva realizzare un breve saggio critico e scientifico da presentare poi in classe al resto della classe con adeguato supporto informatico (power point), avendo a disposizione tra i 30 e i 50 minuti a testa. Ne sono conseguiti dei bei lavori che vale la pena valorizzare con la seguente pubblicazione, utile per far conoscere una serie di opere adeguatamente sintetizzate e commentate, che offrono così messe assieme un abbozzo di controstoria del ‘900.
In questa raccolta vengono così presentate le seguenti opere:
–La democrazia. Storia di un’ideologia di Luciano Canfora, a cura di Federico Mantaci;
–Stalin. Storia e critica di una leggenda nera di Domenico Losurdo, a cura di Iacopo Bellavite, Michelangelo Golfari e Martina Luterotti;
–Il libro nero degli Stati Uniti di William Blum, a cura di Amalia Benassi, Alice Mazzetti, Martina Gallieri, Sara Goldstein;
–Le frontiere maledette di Filippo Gaja, a cura di Giulia Cappato;
–Italiani brava gente di Angelo Del Boca, a cura di Sofia Beccaria e Elena Galvani.
I criteri per la valutazione sono stati i seguenti:
Contenuti – mostra di aver letto e assimilato i contenuti dell’opera, presentandoli con un’adeguata e completa sintesi, focalizzando sulle questioni centrali, mostrando capacità di rielaborazione e presentando con adeguata logica le proprie riflessioni? /10
Competenze – presentazione in classe con strumento informatico. Rispetta i tempi? La presentazione è retoricamente efficace? L’ausilio degli strumenti informatici risulta adeguato e completo? /10
Stile & forma – grammatica, ortografia, sintassi, lessico specifico, adozione forma accademica del saggio critico (regole citazione e formattazione testo), ecc. /10
tot /30
A tutti i ragazzi e le ragazze di quella 5°N, anche a quelli che non hanno potuto svolgere il necessario lavoro di correzione e revisione per la pubblicazione, vanno i miei ringraziamenti per la serietà e la bravura con cui hanno lavorato e i migliori auguri per il loro futuro.
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18 novembre 2021
Alessandro Pascale
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