PER LEGGERE MARX & ENGELS. PICCOLA ANTOLOGIA DIDATTICA

Si propone di seguito una piccola antologia didattica, utilizzata nell’ambito del programma di filosofia di 5° liceo, per introdurre le tematiche generali della teoria e della prassi di Marx ed Engels con metodo diretto di lavoro sui testi. Un lavoro a parte è stato fatto per spiegare i contenuti essenziali della critica all’economia e all’esposizione delle tesi de Il Capitale.

Pur nella consapevolezza che questa piccola dispensa non possa offrire un quadro completo della straordinaria ricchezza produttiva del pensiero di questi due giganti, credo che possa costituire uno strumento utile per un primo approccio che mostri i contenuti essenziali della critica svolta alla società borghese. Il tentativo è inoltre di mostrare l’evoluzione del pensiero dei due autori e le connessioni che vi si trovano con i pensatori precedenti.

L’attenzione posta alle opere giovanili consente di ricordarci che quando Marx aderisce al comunismo ha in mente uno scopo chiaro: costruire una società umanista in cui ogni essere umano sia liberato dall’alienazione “intellettuale” (che qualcuno chiamerà a piacere “spirituale”) e materiale.

Le due emancipazioni sono in rapporto dialettico tra loro. La filosofia di Marx è una filosofia della libertà. L’uguaglianza propugnata nel socialismo e poi nel comunismo è funzionale a garantire la piena e organica libertà dell’essere umano sociale. Non quindi un’utopia dell’uguaglianza assoluta innaturale e impossibile per l’essere umano, come spesso banalizza il senso comune. Gli esseri umani sono in misura determinante condizionati dalle proprie esperienze. Formano le proprie idee a partire dal contesto in cui vivono. Se li volete migliori, cambiate il contesto in meglio. Se per farlo serve una rivoluzione, ci si prepari a farla, che si sia in maggioranza o in minoranza, purché si vinca e ci si salvi dalla barbarie creata dal sistema capitalistico. Su questi temi Marx ed Engels sono sempre stati chiarissimi, e hanno condotta una battaglia feroce verso ogni forma di distorsione del loro pensiero.

Mi si permetta una considerazione personale e politica: rispetto e tolleranza verso chi crede in entità superiori trascendenti, ma per quanto mi riguarda si finisce nei campi dell’irrazionalismo e dell’idealismo, che in certi casi possono anche dar luogo a tendenze politiche progressiste e condurre ad una lotta positiva per l’emancipazione dall’alienazione materiale, ma che certamente non consentono la cancellazione dell’alienazione “intellettuale”.

Si possono certamente tollerare accordi tattici con gli idealisti più progressisti, se ciò è utile ad ottenere avanzamenti concreti del movimento politico nella lotta di classe (locale o internazionale). È chiaro che la fattibilità o meno di tali accordi si deve stabilire a partire dall’analisi concreta, e non può essere la risultante di un atteggiamento pregiudiziale.

Mi sembra però in conclusione inaccettabile che ciò comporti la mancata diffusione delle proprie idee. Se il comunismo è scomparso socialmente in Occidente è anche perché si è nascosto fin troppo dietro bandierine inconcludenti e non ha avuto più il coraggio di dire che cosa sia realmente e quale sia la propria concezione del mondo.

Forse tornare a leggere direttamente Marx ed Engels non risolverà tutti i nostri problemi di analisi, ma sicuramente sono ancora fulgidi esempi di ispirazione teorica e politica.

Alessandro Pascale

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