RINVIARE IL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI

Il 29 marzo, cioè tra meno di un mese, si dovrebbe votare, in un referendum che non necessita di quorum, per modificare una parte importante della vita politica di questo paese: la riduzione netta dei parlamentari. Non ne sta parlando praticamente nessuno (salvo pochissime minoranze virtuose), dato che tutta l’attenzione è posta sul coronavirus, e mi viene da pensare anche che forse non sia un caso…

Sarebbe opportuno che le forze politiche realmente democratiche e progressiste lottino per ottenere un rinvio del referendum, vista l’attuale isteria di massa e l’impossibilità di avere una normale dialettica democratica e discussione politica su un tema strutturale come questo. La questione della riduzione della rappresentanza parlamentare è infatti strategica, tanto da risultare uno degli obiettivi della loggia massonica P2 (quella guidata da Licio Gelli e scoperta ad inizio anni ’80).

Non dubito che in molti, dentro il Parlamento, abbiano conservato quegli ideali neofascisti e godano di questo silenzio, sfruttando l’analfabetismo politico di chi ha fatto stupidamente di questa battaglia la ragione della propria sopravvivenza (alludo al M5S certo) per far passare la riduzione come una conquista progressiva, invece che come l’ultimo tassello di una lunga marcia reazionaria durata 40 anni.

Alessandro Pascale