STALIN E TROCKIJ
LA POLEMICA POLITICO-STORIOGRAFICA
TRA IL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
E GLI AUTORI DE IL VOLO DI PJATAKOV
[di seguito l’Introduzione alla breve raccolta di testi che potete scaricare qui]
Alla fine del 2017 è uscito in Italia Il volo di Pjatakov. La collaborazione tattica tra Trotskij e i nazisti. Gli autori, Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli, hanno realizzato un’opera che si propone di riscrivere la storia sovietica del periodo “staliniano”.
Per presentarne i contenuti essenziali e l’importanza, ho riportato una breve recensione svolta dal sottoscritto, pubblicata nell’aprile 2018. A distanza di circa un anno dall’uscita del volume il Partito Comunista dei Lavoratori ha avviato una controffensiva ideologica, cercando di far fronte al sempre maggior numero di opere storiografiche che lamentano i limiti e le strumentalità della narrazione borghese e trockijsta sullo “stalinismo”. È stata lanciata quindi sul sito del PCL la rubrica “Dalla tragedia alla farsa. Lo stalinismo ieri e oggi”, con alcuni contributi iniziali risalenti al 2015.
In questo contesto il PCL e il suo segretario Marco Ferrando, polemizzando aspramente con le tesi de Il volo di Pjatakov, hanno fatto uscire una serie di dure stroncature, alle quali gli autori Burgio, Leoni e Sidoli hanno però risposto colpo su colpo in tempi brevissimi. Riassumendo: il 22 novembre 2018 esce un articolo non firmato sul sito del PCL intitolato Il caso Olberg. Anatomia di un falso. È l’inizio dell’attacco su un tema indiretto e secondario rispetto alle tesi de Il volo di Pjatakov.
Gli autori rispondono puntualmente il 27 novembre con l’articolo Quattro sfide alla candida ignoranza del PCL sul caso Olberg, smantellando le critiche fatte con ampi rimandi documentati al proprio libro. A questo punto entra in campo il “leader maximo” Ferrando, con un saggio più consistente, sia qualitativamente che quantitativamente, intitolato Il volo di Pjatakov e il negazionismo staliniano, uscito in due parti il 2 dicembre. La replica finale di Burgio, Leoni e Sidoli, che sembra chiudere (per ora) la polemica, data 11 dicembre ed è intitolata McGregor, Pompei 1932 e le menzogne di Trotskij.
Si tratta di una polemica politico-storiografica aspra e dura, senza esclusione di colpi, ma intellettualmente onesta, in cui entrambe le parti hanno tirato fuori tutti gli argomenti più taglienti a disposizione, senza lesinare attacchi feroci alla credibilità scientifica dell’avversario. Per questo, oltre ad essere di grande interesse storico-politico per i comunisti e per gli appassionati di storia contemporanea, tale disputa si presenta anche per i più giovani e inesperti come modello di controversia a cui guardare ammirati. Quanto può essere difficile giungere alla verità? Quanto può essere fazioso un autore o un libro? Quali tecniche retoriche e dialettiche si possono utilizzare per deviare dalle argomentazioni utilizzate dall’avversario?
Le pagine che seguono devono spingere ad una riflessione profonda tutti coloro che pensavano di avere le idee chiare sull’URSS e su Stalin, il che vale non solo per i giovani, ma forse ancor più per i compagni più “anziani” educati politicamente dopo il 1956, in un contesto denso di revisionismi storici e politici.
Si ricorda che per consultare una parte del libro Il volo di Pjatakov si può utilizzare gratuitamente il sito www.robertosidoli.net. Credo infine cosa utile segnalare che ulteriori materiali sul tema saranno disponibili nel volume Il Totalitarismo liberale. Le tecniche imperialiste per l’egemonia culturale, in uscita nel 2019 per La Città del Sole, primo della collana Storia del Socialismo e della Lotta di Classe. Cercherò di ultimare nello stesso 2019 un ulteriore volume, provvisoriamente titolato La lotta per la sopravvivenza. Urss e Comintern contro imperialismo e nazifascismo (1917-1945), con cui rielaborare ulteriormente (anche sulla base dei contenuti emersi in questa preziosa “polemica”) i materiali di In Difesa del Socialismo Reale e del Marxismo-Leninismo. Già in quest’ultima opera, frutto di anni di ricerche e raccolta di fonti, credo si trovino risposte precise a tutte le questioni poste da Ferrando nella sua arringa accusatoria, andando così ad integrare lo straordinario lavoro di ricerca fatto da Burgio, Sidoli e Leoni.
Infine alcune note metodologiche: per comodità del lettore e degli studiosi ho provveduto a dividere alcuni testi in paragrafi, proponendone un’adeguata titolazione, chiaramente senza modificarne in alcun modo il contenuto. Il mio intervento si è limitato oltre a questo a uniformare il testo dal punto di vista grafico-stilistico, eliminando alcuni “a capo” per accorciare di qualche pagina l’elaborato finale. Il lettore attento noterà infine che vengono alternate le traslitterazioni “Trockij” e quella anglosassone “Trotsky”. La preferenza del sottoscritto per il primo modello non mi ha portato a modificare tutte le voci, ma ho preferito lasciare che ognuno lo declinasse alla propria maniera. Ne perde l’uniformità stilistica ma basterà al lettore tenerne conto senza che ciò assuma carattere di particolare gravità.
27 dicembre 2018
Alessandro Pascale
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