UN INSEGNAMENTO PREZIOSO

Mar 6, 2023 | articolo

Il 5 marzo 2023 ho avuto la spiacevole sorpresa di essere stato estromesso dal canale telegram I Maestri del Socialismo, creato un anno fa per garantire comunicazioni più sicure a fronte delle censure subite dalla pagina Facebook. I 1260 contatti che seguivano il canale si sono trovati sorprendentemente un post contrario a Rizzo e a Democrazia Sovrana Popolare. Qualcuno ha pensato che fossi uscito dal Partito Comunista o non fossi d’accordo con le progettualità più ampie da esso portate avanti. Niente di tutto ciò. É necessario spiegare quel che é successo traendone le adeguate conclusioni politiche.

Chiarisco subito che la mia estromissione dal canale é avvenuta da parte di Antonino (detto “Tommy”) Massara. Ho conosciuto di persona Massara circa un anno e mezzo fa, durante una manifestazione a Roma. I dirigenti e i militanti del PC lo conoscono bene, essendo egli uscito da poco dal Partito dopo esserne stato iscritto e dirigente in Calabria. Massara si era fatto inoltre conoscere per aver collaborato con alcuni contributi al giornale La Riscossa, oltre a vantare una provenienza (e non so se tuttora un’appartenenza) al comitato scientifico del GAMADI, gruppo che si caratterizza fin dal nome per la necessità di recuperare il materialismo dialettico.

Con questi presupposti Massara mi aveva contattato per primo su Messenger rivolgendosi a me con epiteti del tipo “la nostra luce”, “caro maestro” e altre amenità del genere, che mi creavano non poco imbarazzo, e insistendo soprattutto per potermi dare un contributo e un supporto nel mio lavoro culturale.
Gli ho chiesto un contributo per analizzare e sintetizzare un libro sugli USA e dopo oltre un anno e mezzo non é mai arrivato niente. Ciononostante le difficoltà di conciliare impegni personali e politici e la sua insistenza nel fare qualcosa di concreto nell’immediato mi avevano convinto sul dargli fiducia, e avevo acconsentito al fatto che mi desse una mano nella gestione della pagina Facebook I maestri del socialismo, e poi nella creazione dell’omonimo canale telegram.
C’è da dire che su entrambi i canali i suoi contributi siano stati davvero minimi dal punto di vista quantitativo, e anche da quello qualitativo gli scritti proposti erano molto scolastici. Il suo lavoro su tali canali é comunque durato qualche settimana, mostrando presto la tipica indisciplina e incostanza degli intellettuali incapaci di trovare un equilibrio negli impegni tra vita privata e politica.
Ben presto, stante anche la sua completa inattività, unita all’attività censoria di facebook, decisi di “congelare” la pagina facebook e di provare a sviluppare in maniera solida il lavoro del canale telegram, più sicuro in tempi di guerra e di limitazione delle libertà di espressione.
I risultati non sono stati entusiasmanti, raggiungendo circa 1260 contatti, di cui solo la metà circa seguiva con una certa frequenza il canale. Numeri molto limitati se confrontati con la pagina facebook, che dispone tuttora di 23 mila contatti, anche se solo nominali date le restrizioni di visibilità al profilo.
Ciononostante si era creato uno zoccolo duro di centinaia di contatti che seguiva le attività quotidiane.

Il problema sorge nel momento in cui Massara non condivide più il progetto di Democrazia Sovrana Popolare ed esce dal Partito. Lo fa senza neanche aspettare il Congresso, dopo aver realizzato un documento politico che lungi dall’essere dialettico cercava di riportare indietro le lancette del tempo alla fase pre-pandemica, eliminando tutte le analisi critiche e gli avanzamenti teorici fatti negli ultimi due anni.
Ho cercato, nonostante tutto, di tenere buoni rapporti con lui, spiegando di capire ma di non condividere tale scelta politica. La mia speranza era mantenere un rapporto umano in vista di possibili ricongiungimenti politici futuri, perché di frammentazione dovuta ad insanabili odi personali ce n’è già troppa.

Lasciandoci in maniera educata e cortese, non ho quindi ritenuto necessario porre il discorso dell’amministrazione del canale telegram dei Maestri del Socialismo, data la sua assoluta inattività datante ormai quasi un anno.

Quando mi sono trovato estromesso dal canale ho capito subito che le possibilità erano due: o un hacker, o Massara. Per chiarirmi il dubbio ho provato a chiamarlo: vigliaccamente non mi ha risposto. Gli ho mandato allora un audio e ho avuto una risposta chiarissima per iscritto, in cui spiegava che il canale era di sua proprietà e che intendeva sottrarlo alla propaganda di un’organizzazione “social-fascista”. Questi sono stati i termini usati. Tutto chiarissimo.

Il mio é stato quindi un grave errore di ingenuità e di eccessivo affidamento sull’onestà morale nei confronti di un personaggio che si é rivelato essere un infame privo di ogni pudore e onore. Un errore ancora più grave perché mi ero accorto del fatto che avesse intensificato la critica al Partito sui social, e avesse mostrato interesse per l’attività di altri fuoriusciti che stanno lavorando per creare l’ennesimo partitino insignificante. Speravo che tutto ciò fosse un fuoco di paglia, e invece erano indizi forti che, uniti all’ambiguità del personaggio e al suo fanatismo ideologico, avrebbero dovuto mettermi in guardia.

Nell’anniversario della morte di Stalin ho avuto così una lezione importante che mi ha spiegato praticamente l’importanza delle purghe, soprattutto in presenza di quelli che il georgiano chiamava “i talmudici del marxismo”, le cui azioni risultano perfino più dannose di quelle dei fascisti, verso cui tendiamo a tenere le difese alte. Non posso che fare autocritica e scusarmi con tutta la comunità politica alla quale appartengo per il mio errore di analisi.

Constato anche che questo vile attacco arrivi a seguito di un’intensa attività politica del Partito e del sottoscritto sia sul fronte organizzativo che culturale: solo due giorni dopo un’intensa conferenza sul materialismo dialettico e storico che ha spiegato non solo la liceità, ma la correttezza ideologica del percorso preso dal Partito di opposizione alla guerra della NATO e di ricerca delle convergenze più ampie possibili per la costruzione di un fronte popolare oggettivamente antimperialista.

Viene da pensare a Mao, che ricordava come gli attacchi giungono quando si lavora bene. Inutile quindi sperare che certa gente possa trarre giovamento dalla cultura marxista. Più corretto, come ho sostenuto nel finale della relazione, denunciare il fatto che ormai il Potere ha imparato a conoscere le nostre stesse armi ideologiche e ad utilizzarle contro di noi sfruttando una serie di infiltrati e di utili idioti nel nostro movimento.
Tutto ciò non ci deve scoraggiare, ma rafforzare nella consapevolezza che i nemici del Partito vanno trattati con la massima durezza possibile, senza alcuna pietà.

Un’ultima osservazione credo vada fatta al Partito stesso, che tende a trattare questi fenomeni con la regola del silenzio mediatico, al fine di non dargli spazio superfluo e visibilità. Io credo che questo sia un errore: tutti i grandi maestri del socialismo (non solo Stalin) hanno combattuto e denunciato pubblicamente le pratiche e i nominativi degli infami nemici del Partito, e quindi del proletariato. Bisogna mettere in guardia i compagni e le persone semplici, spiegando così anche le ragioni profonde della permanente divisioni che affliggono il campo comunista e della “sinistra”.

Solo con questa crescente consapevolezza politica capiremo che il progetto dell’unità dei comunisti é privo di senso perché molti di questi autodicentesi comunisti sono in realtà fascisti di fatto conniventi oggettivamente con il Potere.

Riguardo alle attività quotidiane di aggiornamento su formazione e informazione politica curata dal sottoscritto, segnalo che oltre agli avvisi ufficiali sul giornale del Partito, La Riscossa, continueranno a svolgersi sui siti Intellettualecollettivo.it, Storiauniversale.it e sui seguenti canali e pagine sui social, con contenuti diversi:

– Instagram: I Maestri del Socialismo
– Facebook: Il totalitarismo liberale e I maestri del socialismo (che tornerò ad usare)
– Telegram (su cui pubblicherò più materiali in quanto l’unico canale non soggetto a censura): Intellettuale Collettivo.

Firmato
Alessandro Pascale

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