A seguito dell’esito del Comitato Centrale svoltosi il 21 gennaio 2024, durante il quale il CC stesso si è spaccato nella votazione finale con il 40% contro il 55% e il 5% di astenuti, prendiamo atto che la maggioranza dell’Ufficio Politico del Partito Comunista ha preferito tirare dritto per la sua strada ignorando questa spaccatura verticale di una componente che, se leggermente minoritaria nel CC, è ampiamente maggioritaria nel corpo militante.
Noi siamo e ci sentiamo il Partito Comunista.
Siamo costretti a lasciare quello che sentiamo fortemente il “nostro” Partito sperando che quello che rimane del gruppo dirigente capisca gli errori che sta commettendo.
Senza entrare nei dettagli, non possiamo non rimarcare il mancato rispetto del mandato congressuale, votato appena 11 mesi fa.
Democrazia Sovrana Popolare (DSP) sarebbe dovuto essere un FRONTE POLITICO/ELETTORALE AMPIO, una coalizione/alleanza con un forte connotato antimperialista con le proprie radici nella sinistra di classe, capace di aprire alla società civile mantenendo le nostre posizioni sui temi principali.
Non poteva e non doveva trasformarsi in un vero e proprio partito, con tanto di congresso fondativo con le presenze entusiaste di personaggi come Alemanno, Monsignor Viganò e imprenditori con oltre 300 dipendenti. Lo spazio lasciato ai discorsi che affermano il superamento della dicotomia valoriale destra/sinistra e della pregiudiziale antifascista – con l’apertura ai paradigmi del noto teorico della “nuova destra” Alain de Benoist e la candidatura sintomatica dell’ex missino mai pentito Alfio Krancic e neotesserato di DSP – ci paiono nel caso migliore dettati da un’esasperante tattica elettoralista che per noi è inaccettabile eticamente e politicamente, e che giudichiamo controproducenti perfino per l’esito elettorale e lesivi soprattutto per il PC.
Non è questo quello che avevamo progettato un anno fa.
DSP è un partito col proprio tesseramento, la propria organizzazione e la propria linea che di fatto ha escluso TOTALMENTE il gruppo dirigente (non solo il Comitato Centrale ma perfino l’Ufficio Politico) del PC, che da mesi non solo non discute e non decide cosa debba fare DSP, ma non viene più nemmeno informato in anticipo delle manovre in atto, venendo a conoscere direttamente dalle pubblicazioni sui social network della composizione delle liste elettorali, del Programma, dello Statuto e delle tattiche seguite da DSP.
Tutto ciò è inammissibile e umiliante per compagni che in questi anni si sono spaccati la schiena per la crescita del Partito Comunista, e che si vedono oggi richiamati verbalmente quando osano presentarsi con la propria bandiera negli appuntamenti pubblici.
L’esito dell’ultimo Comitato Centrale, con l’assunzione, poi revocata, di tre punti riguardanti principalmente la questione antifascista, rende evidente che il problema non è solo un verticismo esasperante riguardante DSP, ma anche la degenerazione del centralismo democratico in centralismo burocratico dello stesso PC.
Non è così che può funzionare un Partito leninista.
Questa strada è destinata a portare alla consunzione e alla fine del Partito Comunista: una fine senza strappi ma inesorabile, come una candela che si consuma lentamente o, per usare una metafora nota, come una rana bollita.
Da comunisti seri non usciamo, come fatto in passato da altre fuoriuscite, litigando e attaccando personalmente i nostri compagni con cui in questi anni abbiamo lottato fianco a fianco e con cui domani potremmo tornare ad essere dalla stessa parte della barricata, ma usciamo con una rottura politica profonda che vuole comunque essere costruttiva, come sempre fatto dai compagni che hanno preso questa dolorosa decisione.
Noi, che ci sentiamo il Partito Comunista, continueremo a lavorare seguendo la linea discussa, approvata e votata dalla maggioranza assoluta del Partito al congresso di marzo 2023, cioè: RAFFORZARE – UNIRE – ALLARGARE.
Questo sarà il nostro lavoro da domani.
Lavoreremo senza restrizioni con chi la pensa come noi con una linea di massa quanta più ampia possibile e decideremo democraticamente come e cosa fare.
Cercheremo di recuperare i tantissimi compagni che negli ultimi mesi ci hanno abbandonato, delusi dal rapido susseguirsi degli eventi.
Non progettiamo per ora di costituire un nuovo Partito, ma un’organizzazione che lavorerà con la stessa linea e le stesse modalità fruttuose che abbiamo attuato negli anni passati, confermandole all’ultimo congresso. Siamo però consapevoli che la direttrice strategica futura dei comunisti non può non passare dalla costruzione di un’avanguardia rivoluzionaria comunista, quello che doveva essere il Partito Comunista e che speriamo tornerà ad essere. Saremo quindi disponibili a riavviare un dialogo e una collaborazione con quello che rimarrà dell’organizzazione attuale, quando il Segretario e il restante gruppo dirigente decideranno di tornare sui propri passi.
Ecco la lista dei dirigenti comunisti e delle Federazioni che lasciano da oggi il Partito Comunista.
LA MAGGIORANZA:
Catello Salvatore – ex Vice Segretario Generale e Resp. Nazionale Organizzazione
Pascale Alessandro – ex Resp. Nazionale Formazione, Direttore de “La Riscossa” e Segretario Lombardia
Baldoni Mariella – ex CC e Segreteria Marche
Bianchi Fabio Massimo – ex Segretario Pavia
Caneschi Daniele – ex CC e Segreteria Toscana
Cardilli Roberto – ex CC e Segretario Regionale Puglia
Facchinetti Alessandro – ex CC e Segretario Toscana
Fanelli Pietro – ex CC e Segretario Basilicata
Felice Antonio – ex CC e Segretario Abruzzo
Fontanesi Alessandro – ex CC e Segreteria Reggio Emilia
Mignani Corso – ex CC, Agit Prop Nazionale e Segretaria Toscana
Mosaico Antonino – ex CC e Presidente Puglia
Nenna Gennaro – ex CC e Segretario Campania
Parente Giuseppe – ex Segretario Fed Torino
Profili Andrea – ex Segreteria Nazionale Fed. Gioventù Comunista
Sale Francesco – ex CC e Segreteria Toscana
Zumpano Eduardo – ex CC e Segreteria Calabria
Federazione Milano
Federazione Torino
Federazione Umbria
Federazione Toscana
Federazione Abruzzo
Federazione Campania
Federazione Puglia
Federazione Basilicata
Federazione Calabria
Fed. Gioventù Comunista Piemonte
Fed. Gioventù Comunista Campania
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